
Ponte Neustadt
Tra via Roma e il Parco V. Trettenero, Recoaro Terme
02. Chi emigrava e perché
Racconta i profili degli emigranti e le motivazioni che li spinsero a lasciare la propria terra.

Contrariamente all’immagine diffusa, non erano i più poveri a emigrare, ma emigravano coloro che possedevano le risorse necessarie per affrontare il viaggio o potevano contare su reti familiari e sociali consolidate. La migrazione rappresentava un vero e proprio investimento, con costi di viaggio che potevano raggiungere le 100-200 lire italiane per l’America, equivalenti a diversi mesi di lavoro per le classi medie.
Ma quindi chi erano i migranti? erano prevalentemente contadini, artigiani e muratori, in grado di pagarsi il biglietto del traghetto e soprattutto in grado di adattarsi ai mercati del lavoro dei paesi di destinazione.
Sapevano lavorare e avevano dei risparmi, quindi, perché lasciare tutto ed emigrare? Le crisi agricole, come la concorrenza del grano americano, e le tasse oppressive, come quella sul macinato, erano tra le principali cause economiche che spingevano le famiglie a partire.
E il fenomeno iniziale non era altro che il primo giro di un ingranaggio che iniziava a girare: le reti migratorie svolgevano un ruolo cruciale. Chi partiva per primo facilitava l’integrazione dei successivi, creando una catena migratoria che si autoalimentava.
Ricordiamo che emigrare era un atto di grande coraggio, ma anche un’espressione di resilienza, intraprendenza e fiducia nel futuro.
Come funzionavano le reti?
- Informazioni e consigli: I parenti e gli amici già emigrati fornivano informazioni preziose sui paesi di destinazione, sulle opportunità di lavoro, sulle condizioni di vita e sulle procedure da seguire.
- Aiuto economico: Spesso, i parenti già stabiliti all’estero offrivano prestiti o anticipi sui salari ai nuovi arrivati, aiutandoli a finanziare il viaggio e i primi mesi di vita nel nuovo paese.
- Accoglienza e sostegno: Una volta arrivati a destinazione, i nuovi arrivati potevano contare sull’aiuto dei loro connazionali per trovare un alloggio, un lavoro e inserirsi nella nuova comunità.
- Creazione di comunità: Le reti familiari e sociali contribuivano a creare delle vere e proprie comunità di emigranti, dove si parlava la stessa lingua, si condividevano gli stessi usi e costumi e si celebravano le stesse festività.
Perché le reti familiari e sociali erano così importanti?
- Riduzione dei rischi: La presenza di una rete familiare o sociale nel paese di destinazione riduceva notevolmente i rischi associati all’emigrazione.
- Facilitazione dell’integrazione: Grazie al sostegno della comunità, i nuovi arrivati potevano più facilmente superare le difficoltà legate all’adattamento a un nuovo ambiente.
- Creazione di un senso di appartenenza: Le reti familiari e sociali offrivano un senso di appartenenza e di identità, mitigando il senso di solitudine e di estraneità.
Bibliografia suggerita:
Bevilacqua, Piero, et al. Storia dell’emigrazione italiana. Vol. 1: Partenze. Donzelli Editore, 2001.
Un percorso flessibile e personale
Non importa da dove inizi o quali tappe scegli di approfondire per prime: ogni punto ti racconterà una parte importante della nostra storia altrove. Puoi esplorare le radici culturali o soffermarti sull’impatto sociale ed economico del fenomeno. L’importante è arrivare alla fine, unendo i pezzi di un grande puzzle storico che racconta chi siamo e da dove veniamo.
